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Nel 2012, sulle colline di Valencia, venti ettari di piante curate a scopo scientifico per studiare i comportamenti di un fungo patogeno furono improvvisamente bruciati e cancellati da un vastissimo incendio: lecci, querce, pini e ginepri completamente carbonizzati! Venne però alla luce una macchia verde, misteriosamente sopravvissuta al grande incendio, composta da cipressi mediterranei. Da qui è iniziata una serie di studi che hanno portato alla luce curiose verità, ancora oggi osservate dal Forest Fire Laboratory di INIA-CIFOR, in Spagna, e dall'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante di Firenze. Numerosi Test su questo tipo particolare di pianta da viva hanno dimostrato infatti che brucia 7 volte più lentamente rispetto alle altre piante. Ma perché? La struttura interna di queste piante sembra contenere molta più acqua rispetto alle sue parenti, ma non solo: il particolare tessuto idrofobo che rende legno e foglie impermeabili e inattaccabili da agenti esterni è ben più resistente rispetto ad altre piante; ciò dimostra che la pianta è in grado di resistere per periodi più lunghi alle fiamme. Ma non è finita: parte della soluzione sembra sia dovuta alla sua particolare forma, che ostacola la propagazione delle fiamme e impedisce alle foglie o ai rami secchi di incastrarsi fra le fronde. I componenti chimici facilmente incendiabili tendono a degassare prima di bruciare, a differenza di altre piante dove la resina può diventare uno dei problemi principali.
SPERIMENTAZIONI - Nascono così nuove idee e soluzioni da sperimentare per il futuro: creare imponenti barriere verdi naturali con cipressi mediterranei potrebbe infatti rallentare o fermare parzialmente la marcia devastante degli incendi. Una scoperta importantissima che sta facendo il giro del mondo; vista la facile adattabilità del cipresso mediterraneo anche ai climi più secchi si sta pensando di sperimentare questo tipo di soluzione naturale anche oltre oceano: sono infatti in corso numerose sperimentazioni e studi tra Cile, California e Argentina.
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